giornata a sella nevea semplicemente assurda. a tutta una serie di fattori esterni si sono aggiunte anche un paio di mie cappelle. meno male che nessuno mi ha seguito altrimenti mi sarei meritato tutti gli improperi di questo mondo.
ore 8.15 parto dal parcheggio di Sella Nevea (dove c'era la funivia una volta), la pista fino al rifugio è chiusa, alcuni gatti stanno lavorando e come me un nugolo di "tutine" stanno correndo su per la pista. Dopo un'ora e dieci arrivo al Giberti e rimango molto soddisfatto del ritmo (700mt di dislivello dal parcheggio). Il tempo tiene, neve sembra essercene ed il vento per ora non si fà sentire. Non faccio tappa al rifugio e proseguo per l'itinerario che è già battuto da sciatori. Dal Giberti si prosegue con una diagonale, che però ritengo impostata un po' bassa, cmq la seguo e porta alla base di un breve cono di risalita (50mt ca) con pendenza sostenuta (45°) e solo accumuli. Da qui inizia il calvario, qualche sciatore l'ha superato con diagonali molto strette, altri a piedi, io dopo qualche tentativo tolgo tutto e salgo a piedi. Il problema è che la neve è solo quella riportata dal vento e quindi non tiene, ogni passo in salita ne faccio due in discesa e complice la pendenza affondo fino alla vita. E qui faccio la prima cazzata della giornata, considerando breve il tratto da superare non attacco la split sullo zaino ma la tengo in mano... e lo sò sono scemo ma lì per lì pensavo di risparmiare il tempo di togliere lo zaino e sistemare il materiale (che oltretutto è pesantino _picca, ramponi, etc_ considerando l'itinerario che mi ero proposto). uscito dal cono mi dico che il pezzo brutto è passato, riattacco tutto e risalgo il vallone verso sella Ursic. Il ritmo riprende regolare e nel frattempo, come predetto da 3B il tempo cambia: va via il sole e si alza il vento. Continuo a seguire la traccia delle tutine ed arrivati al secondo pendio pendente mi chiedo perchè invece di affrontarlo diretto con mille svolte non abbiano deviato a destra verso una selletta e poi lungo una bella crestina ondulata così da raggiugere lo stesso punto. Ma in fondo chi sono io in confronto alle tutine... e così seguo la traccia esistente (2^ cazzata). Arrivo a circa 50mt dallo sbocco del canalino (dopo già aver sacramentato su di un paio di cambi di direzione) ed anche qui complice la neve, e la linea per me impossibile da seguire mi devo togliere tutto di nuovo. Se già sotto la neve non portava niente qui sopra è ancora peggio, non solo affondo ma non riesco nemmeno ad avanzare. Uno sciatore mi chiede "che fai scendi?" ed io che avrei voluto mollare tutto rispondo "no, no piano piano ma arrivo". Finalmente un pezzettino di ghiaccio spazzato mi fa da base e riesco ad alzarmi un po' di metri. A proposito la split sempre in mano (si può essere più scemi? no). Uscito dal canalino distutto riattacco tutto e vedo che un falso piano mi distanzia dalla sella Ursic. Considerando che cambierò itinerario tornando sulla via di risalita, questo falso piano mi costringerà sicuro a staccare anche in discesa. Arrivo sulla sella ed il vento si fà incazzoso, parlo con un paio di ragazzi che avevano in mente di fare il mio stesso itinerario e cambiano anche loro idea. Guardo l'ora e non ci credo le 11.40, per fare poco più di 500 ci ho messo 2 ore... sono abbastanza sullo sfinito (oltretutto su un itnerario abbastanza elementare), non ho voglia nè di mangiare nè di bere. Le nuvole coprono il cielo e tolgono qualsiasi ombra dalla neve così del terreno non si vede più nulla. Inizio a scendere e nonstante una traiettoria azzeccata quegli ultimi 5 mt di falso piano mi fregano, però penso "adesso arriva il pezzo più bello". Il canalino su cui avevo tanto ravanato si presenta disintegrato nella sua metà di destra, intonso a sinistra. Mi dico che le tutine non le capirò mai, ma le ringrazio per la loro volontà di sciare sulle tracce degli altri invece di andarsi a cercare la neve vergine. Finalmente tiro due curve ed inquadro un bel sassotto per un mini saltino, ma sotto c'è uno sciatore che sta salendo, così taglio a sinistra faccio due curve praticamente dritte.... e cavolo sono già fuori dalla parte bella (30'' forse 45''). Per il resto crosta ignobile e ravanata fino al secondo canale che si presenta da far pietà (giuro mi dispiaceva per lui). Completamente arato con salti da una traccia all'altro semiverticali, buchi di scarponi, roccette scoperte, etc. Va bhè scendo, ma senza poesia, e così mi sono perso anche questa 2^ parte carina dell'itinerario. Uscito dal canale prendo la diagonale dell'andata e fino a metà riesco a spingere ma la sinuosità della tracce e la troppa orizzontalità mi costringono a fare gli utlimi 150mt fino al rifugio a piedi sprofondando un passo sì e uno no. Mi butto dentro il rifugio, mangio un minestrone e scendo in telecabina (vista la fortuna che avevo mi beccavo sicuro una multa per la pista chiusa ed un sasso spacca split), ma essendo per me un impianto nuovo solo una volta arrivato a valle collego che dovrò risalire a piedi due tornanti per arrivare al parcheggio dove ho lasciato la macchina stamattina.
indubbiamente un itinerario che sconsiglio per lo meno come l'ho fatto io. stremato in macchina sulla strada del ritorno cerco di vedere la cosa con ottimismo: in fondo sono riuscito ad andare in montagna
_________________ saluti! nico
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