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MessaggioInviato: 21/10/2009, 13:07 
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Le corde statiche chiaramente non devono essere utilizzate per far sicura o per progressione ma per effettuare le doppie il kevlar o il dinema vanno benissimi io ho uno spezzone di 30 m quando vado a fare canali o vado in zone poco conosciute, questo da quando 2 anni fa mi sono infilato in un canale a la grave con il mio socio a metà canale c'era un tratto di 6-7 metri completamente ghiacciato a 60 gradi con ai bordi delle rocce non fosse stato per una guida che era davanti a noi e che aveva un pezzo di kevlar avremmo dovuto toglierci la tavola e risalire il canale cosa non proprio semplice.
Io consiglierei il dynema perchè più maneggievole e meno "rigido" del kevlar.Oltre a questo spezzone consiglierei un ulteriore spezzone di 2-3 metri per far eventualmente un abalakov per la calata o rafforzare soste preesistenti o da abbandonare su uno spuntone.
A quanto sopra abbinerei 1 discensore un moschettone a ghiera 2-3 moschettoni sfusi ed un paio di viti da ghiaccio.
Forse però adesso mi sto dilungando e sarebbe il caso di parlarne in una sezione dedicata.

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MessaggioInviato: 21/10/2009, 13:36 
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E l'imbrago no? :mrgreen:

Ma se ti porti tutta questa roba allora tanto vale che la corda sia dinamica, così nel caso ci puoi anche fare sicura.


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MessaggioInviato: 21/10/2009, 14:23 
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su suggerimento di Osto apro questo topic ovvero le tecniche e i materiali usare su terreni difficili, nel campo dello sci/snow-alpinismo o anche freeride ad alti livelli.
Premetto che la mia esperienza alpinistica vera e proprio è limitata, quindi per il momento faccio un semplice schema, partendo dalle situazioni più frequenti per arrivare alle cose estreme, che probabilmente coinvolgeranno solo pochi di noi e chissà quando. Ben vengano quindi correzioni e integrazioni da chi ne sa.
A seguito del corso del 28/11 potrò essere più preciso, ma è ovvio che se vogliamo imparare a fare certe cose la teoria non basta e bisognerà metterla in pratica.

Utilizzo dei ramponi: può capitare di trovare salite su pendii molto ripidi e/o stretti con neve più o meno dura…soprattutto per chi usa i soft sarà obbligato a caricare la tavola sullo zaino e procedere con i ramponi; la progressione richiede principalmente due accorgimenti: il primo è non tirarsi i ramponi nei polpacci (sembra ovvio ma prima poi come minimo un paio di braghe le sbregate), la seconda è non affaticare troppo i polpacci stessi alternando ogni tanto la posizione dei piedi (uno dei due può essere appoggiato di traverso, scaricando il peso non solo sulla punta).
Tipologia: per scarponi soft quelli con le gabbiette in plastica e le fettucce; per gli scarponi ramponabili gli automatici. Non usare quelli da cascata/arrampicata su ghiaccio; quelli in lega possono andare bene al massimo su nevi dure; se si prevede di trovare ghiaccio/misto/roccia assolutamente solo quelli in acciaio.

Utilizzo della piccozza: non mi dilungo molto in quanto le varie tecniche sono spiegate dettagliatamente in molti manuali; ricordo solamente che in caso di salita o attraversamento (non in cordata) di un pendio ripido con neve dura e ghiacciata è l’unico attrezzo che ci consentirà di arrestare una caduta con scivolata già avviata (i soli ramponi non sono sufficienti); se non si hanno i ramponi con la piccozza si potranno comunque scavare dei piccoli gradini (come facevano una volta); ricordo inoltre che in caso progressione su ghiacciaio in cordata la piccozza serve per arrestare la caduta del compagno ed evitare di essere trascinati; la piccozza può naturalmente fungere da punto di assicurazione.
Tipologia: come sopra se si fanno solo canali ripidi su nevi dure può bastare una picca in lega; per le cose serie assolutamente almeno la becca in acciaio; non quelle da cascata/arrampicata, al massimo quelle con il manico leggermente curvo; se prevediamo l’uso di chiodi da roccia è consigliata la picca-martello (in alternativa alla picca con la spatola).

Utilizzo della corda: può servire in vari casi, normalmente per calate o per superare tratti esposti con possibilità di assicurazione (in conserva o progressione in cordata); anche per “testare” la stabilità di un pendio in sicurezza; viene anche utilizzata per la progressione in ghiacciaio quando i crepacci non sono abbastanza coperti (inizio inverno o estate).
Tipologia: 30 m da 8 mm o più lunga e più grossa a seconda delle esigenze; esistono modelli fatti apposta per il freddo e la neve.
La corda va naturalmente usata con un’imbragatura, che deve essere abbastanza grande da stare sopra le braghe da sci/sno. In emergenza è anche possibile usare la corda come una volta (es. legata in vita o calata in doppia classica) ma è molto poco sicuro.

Utilizzo dei chiodi (viti) da ghiaccio: da usare come punti di assicurazione o di sosta. Nel secondo caso il chiodo può essere recuperato ma la manovra necessità abilità ed esperienza, pena rischio di caduta e di mancato recupero del chiodo. La tecnica consente comunque il recupero della corda.
Tipologia: non troppo corti e che consentano la manovra di recupero (quelli con troppe manovelle e robe strane non vanno bene).

Abalakov: si tratta di creare una “clessidra” o “passatopo” di ghiaccio creando due fori comunicanti. La clessidra sarà la sosta nella quale far passare il cordino in kevlar o dyneema. Per infilare il cordino in un buco e tirarlo fuori dall’altro ci si serve di un uncino metallico (acquistabile o facilmente creabile artigianalmente).

Discensore: otto o placchetta o altro. Serve per calarsi e per assicurare. Ce ne sono mille tipi, a seconda delle esigenze.

Soste per calate su neve
Calata su corpo morto: si scava un buco nella neve stando attenti a non camminare a valle del buco e a non rovinare il “muretto” di neve a valle del buco; si riempie un sacco (di juta o federa di un cuscino) di neve, si compatta bene il sacco e lo si mette nel buco con attorno (nodo barcaiolo) un cordino lungo che uscirà verso valle in una stretta feritoia appositamente creata nel muretto. Si testa la tenuta della sosta qualche m più a valle e (pregando….no scherzo) ci si cala.
A prima vista questa tipologia di sosta sembrerebbe molto aleatoria ma le guide alpine assicurano che se fatta bene è quella che funziona meglio su nevi invernali o anche primaverili e in effetti l’ho visto con i miei occhi. Su nevi molto trasformate (estive) o molto consistenti (ghiacciate o lastroni ma occhio che questi ultimi sono fragili!) è possibile fare anche la calata sulla piccozza (con recupero della stessa).
In alternativa al sacco di neve ci sono attrezzi particolari in commercio o anche si può usare un asse di legno opportunamente sagomato, ma non c’è la possibilità di recupero dell’attrezzo (e del cordino).

Calata su piccozza: con una tecnica particolare è possibile effettuare una calata su piccozza/e con recupero della stessa. Due problemi: con nevi poco consistenti non funziona; recuperando la piccozza c’è il rischio di tirarsela in testa. C’è anche il rischio di non riuscire a recuperare il materiale (la corda si).

Calata su sci o tavola: anche in questo caso esiste una tecnica particolare che consente il recupero della sosta ma c’è sempre l’inconveniente che l’attrezzo recuperato vada a sbattere su eventuali rocce e che ci arrivi in testa. Anche qui si rischia di non recuperare il materiale (la corda si).

Utilizzo dei chiodi da roccia o altri dispostivi “estivi”: possono essere utili in caso di calate in canali stretti o progressione su roccia. Per piantare un chiodo da roccia serve un martello. Per non portare via il martello pesante da alpinismo come detto sopra esistono le piccozze con il martello; con poca massa battente l’operazione potrebbe rivelarsi difficoltosa quindi bisogna trovare un compromesso.

Assetto freeride in ghiacciaio (es. Monte Bianco): anche per fare solo la Valleè Blanche prendendo la funivia è altamente consigliato (direi obbligatorio) indossare un’imbragatura alla quale legheremo una longe (fettuccia) e un moschettone a ghiera da tenere in alto sullo spallaccio dello zaino per facilitare eventuali soccorsi in caso di caduta in crepaccio.

Recupero da crepaccio: manovra complessa che richiede il posizionamento di una sosta anche su neve, corda, autobloccanti, forza lavoro, esperienza ecc.

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MessaggioInviato: 21/10/2009, 17:43 
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per calarsi e basta va bene anche una statica anche se consiglierei una dinamica che può essere usata anche per progressione in conserva

una 1/2 corda (corde sotto i 10mm) è sufficente si trovano anche corde da 8 certificate come intere
60 mt che possono essere divisi in due pezzi da 30
Se poi il cordino in K o D lo prendiamo da 8 nn risparmiamo in peso e ingombro rispetto ad una corda da 8

Inoltre per quanto riguarda cordini in kevlar e dyneema ricordiamoci sempre che sono cordini e nn corde e che la trosione che ricevono in un discensore nn è il massimo per le loro fibre


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MessaggioInviato: 21/10/2009, 18:13 
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Ho spostato e fatto un po di taglia e cuci in modo da dare un filo un po più logico alla discussione. E l'ho anche messa in "Materiali, attrezzatura e tecniche" invece che in "sicurezza" aggiungendo una nuova voce.
Mi scuso con gli iteressati se ho inavvertitamente eliminato qualche pezzo.

Per tornare in topic: grazie enry per la panoramica :beer:
L'argomento è enorme e complesso, servono almeno un paio di manuali per trattare tutto ma è un ottimo riassunto supercondensato :mrgreen:

Il discensore ad 8 io in montagna non lo vedo più usare da anni. Con la piastrina (GiGi o altre, il concetto è identico per tutte) ci fai le doppie, sicura al secondo e recupero da crepo con un solo pezzo di metallo.


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MessaggioInviato: 21/10/2009, 18:31 
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ottimo fai pure le correzioni nel mio testo così alla fine è tutto più chiaro

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MessaggioInviato: 27/10/2009, 14:05 
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Ciao a tutti, ottimo lavoro direi.
Personalmente io arrivo dall'alpinismo e solo successivamente mi sono avvicinato allo snowboard pertanto trovo interessante unire le due cose, salire con materiale alpinistico da un versante e ridiscenderlo dall'opposto con la tavola, le salite dei 4000, i canali ripidi sono solo alcune delle esperienze che si possono fare avendo con se un piccolo bagaglio tecnico che si può apprendere facilmente.
Per imparare certe tecniche le cose migliori sono rivolgersi ad una guida o a costi più contenuti freguentare un corso di alpinismo del cai, all'interno dei quali (almeno nella scuola dove insegno) vengono insegnate tutte le tecniche e le manovre necessarie per progredire e per effettuare manovre di sicurezza in montagna.
Navigando su internet ho trovato questa pagina che consiglio a tutti di visionare e che spiega la tecnica del recupero in caso di caduta in crepaccio, sono manovre che possono sembrare complesse ma sperimentandole alcune volte si memorizzano rapidamente.
Reputo poi molto difficile poter dare uno schema esemplificativo di quello che è utile portare e di quello che è supefluo i fattori che si devono tenere in considerazione sono troppi, in primis quello soggettivo, quello delle condizioni ambientali e della morfologia, le conoscenze personali del territorio e tante altre, solo l'esperienza potrà secondo me insegnare esattamente cosa serve e cosa è superfluo.
Aggiungo ancora due brevi esempi su quella che è l'attrezzatura utile secondo me da portarsi in caso di Freeride utilizzando impianti di risalita canali e ripido (es. la Grave, Deux Alpes, Alagna...) ma anche in caso di progressione su ghiacciaio come ad esempio una scialpinistica su un 4000 ( Bianco, Rosa ecc. )


- Imbrago
- Ramponi
-1 Picca (consiglio vecchi modelli da cascata e Grivel Rambo1)
-1 Reverso (secchiello autobloccante sconsiglio secchiello normale inutile per manovre di soccorso)
- 3 moschettoni a ghiera
-2-3 moschettoni sciolti
- 2 cordini in kevlar ( di cui uno lungo almeno 4 metri)
- 2 viti da ghiaccio lunghe
- eventuale corpo morto
- 30 metri di corda

:Thumbup:

https://www.splitboard.it/download/recuperi_crepaccio.pdf

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Ultima modifica di pietro il 28/10/2009, 13:37, modificato 1 volta in totale.
Caricato il .pdf sul server del sito in modo che sia stabile


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MessaggioInviato: 27/10/2009, 15:50 
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i manuali cai sono molto ben fatti ma come detto per imparare le manovre complesse bisogna fare tante prove....una non basta!
io poi mi dimentico subito tutto !!!

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MessaggioInviato: 27/10/2009, 17:24 
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ci vorrebbe ogni tanto un amico che si butta in un crepaccio per fare un ripasso.. ma i miei sono egoisti e non lo fanno.. stardi! :capelli:

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MessaggioInviato: 28/10/2009, 9:27 
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Località: Dolomiti (ogni tanto anche altri bei posti con belle montagne alte piene di powder)
battuta inflazionata ormai.... :mrgreen:
a parte gli scherzi le simulazioni si possono fare anche con uno zaino

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