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 Oggetto del messaggio: Monte Pelmo (il mio primo tentativo)
MessaggioInviato: 13/04/2015, 9:45 
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Sabato 11/04/2015 mio primo tentativo di salire il Pelmo con la split.
Compagno di avventura, e sventura, il prodigo Mario che ammiro dal più profondo del cuore perchè si imbarca con me in questi viaggi assurdi.
Per chi non conosce questa montagna dirò solo che viene chiamata "Il Caregon degli Dei" (lo scranno degli Dei).
E' un massiccio con pendii senza pendenze particolarmente difficili, ma presenta problemi di tipo alpinistico almeno per l'accesso al "vant", cioè le parti sciabili superiori che portano alla cima. L'enigma (da moltissimi già superato negli anni in tutte le maniere) è la Cengia di Ball, un "sentiero" molto esposto lungo circa 1km e messo molto in alto, dove un errore può risultare fatale. Alcuni di questi tratti sono molto ma molto stretti, nel tempo qualcosa è stato "attrezzato". Si possono trovare pochi spit e molto lontani e un paio di corse fisse in un paio di passaggi.
Dopo il primo terzo della Cengia c'è la prima variante detto il "salto pordon", circa 15/20mt di arrampicata con passaggi di IV grado che permette di saltare il resto della Cengia. Per le relazioni vi rimando a tutto quanto si trova in rete e alle varie pubblicazioni sulla Valle di Zoldo.

Racconto qui quanto è successo, perchè il report spero di poterlo fare in un futuro il più prossimo possibile :)
Tutto inizia venerdì sera, sul tardino arriviamo a casa di Mario a Santa Fosca, considerato che ci dovremo alzare ben prima dell'alba almeno ci avviciniamo un po'.
Sveglia alle 3.50 ... dai ancora 5 minuti ... ok ecco partiamo già bene.
Infatti tra vestiti, colazione, chiudi vai e fai partiamo già con 20minuti di ritardo sulla tabella di marcia.
E' tutto buio pesto però per strada incontriamo nell'ordine: 2 lepri, 1 volpe bellissima e 1 giovane cervo maschio.
Si deve arrivare a Zoppè e proseguire più in alto possibile con la macchina considerato che l'avvicinamento è già lungo abbastanza. Altro errore di valutazione la strada da Santa Fosca a Zoppè, lunghissima eterna e così da dover partire alle 5 "sciaipiedi" finiamo per partire alle 6 oltretutto vista la neve bassa tocca lasciare la macchina più in basso di quello che pensavamo.
Seguiamo facilmente il sentiero (lunghissimo) fino al Rifugio Venezia (circa 2h), poche parole tanto sappiamo che questo ritardo ci costerà carissimo. Lo zaino è pesantissimo, troppo: rampant, ramponi, imbrago, corda da 60mt ferraglia varia, per la serie porta tutto che non si sà...
Almeno le 2h di avvicinamento le rispettiamo e così risaliamo i pendii a sud che portano verso la forca rossa.
L'attacco della Cengia di Ball è facilmente riconoscibile e ci fà subito cagare addosso (mmm si passa di là? bhè dai dicono che il primo pezzo è il più difficile...). Oltretutto mettiamo i ramponi che sono le 8, il sole ci saluta (caro lui) e la neve si scalda, così solo per superare i primi 100mt verso l'alto sfondiamo fino alla vita... nel frattempo perdo pure una borraccia (bhè poco male, meno peso mi dico).
Dove c'è neve è faticosissimo, ma dove non c'è stà cengia è veramente esposta. Iniziamo e qui per fortuna la mente mi si libera. Non importa dove arriveremo, intanto andiamo. Mario non si aspetta un'esposizione così continua, però tiene duro e mi segue nonostante tutto.
Cerco di proteggere il più possibile, ma alla fine è un traverso continuo lungo una vita e mezza, qualcosa trovo, qualcosa mi invento e tanto dev'essere nascosto dalla neve.
Procediamo lentamente, però ci divertiamo (almeno io sicuro, Mario spero o cmq simula molto bene). Arrivati al Pordon lo guardo ... mmm un solo passaggio di IV .... e rieccheggiano i consigli delle telefonate di venerdì "dicono che la cengia è pulita, fai quella che è più sicura". Son già le 10 e di mettermi ad arrampicare non è proprio che mi và, a stò punto dico a Mario andiamo avanti finchè ce n'è così vediamo la cengia.
La facciamo quasi tutta fino alla fine, è bella, ti fà stare sull'attenti ed tutto molto delicato. Siamo lenti e lo sappiamo, a mezzogiorno su una bella piazzola al sole mangiamo, beviamo e giriamo i tacchi. Per tornare a casa tocca rifare la cengia.
Il ritorno è più veloce, sò dove sono le protezioni e così i tiri sono tutti da 60mt. Certo che poi vista la poca roba che c'è in mezzo serve più per la testa che per altro :)
Usciamo dalla cengia che solo le 15, la neve è marcissima. Per fortuna il tempo tiene ed è bello.
Si scia un 150mt fio al rifugio (l'unica della giornata) ora tocca ripellare per rientrare alla macchina. Sento un tuono e l'Antelao è sparito in nubi grigie... e così le 2h di rientro noiosissimo vengono deliziate da una grandinata e poi una pioggia incessante.
Arriviamo alla macchina finiti come un calzino e torna l'ultimo raggio di sole.
Bilancio: quasi 12h di fatica improba, 150mt di discesa il tutto in ambiente severissimo.
Giusto così, tocca imparare bene per salire (e quelli bravi sarebbero saliti sicuro e ben presto ci saliranno), un arrivederci a presto al prossimo tentativo. :)

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la meraviglia

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inizia il periplo

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mario in mossa gattesca

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salto pordon

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protezioni un po' aleatorie

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il pratico sentiero

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riorganizzazione

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sulla via di ritorno

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nuvole passeggere...

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...vorrà mica che grandini ad aprile...

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saluti!
nico


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MessaggioInviato: 13/04/2015, 10:02 
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ultima.
mario mi riprende alla ricerca di una protezione, che non c'era :)


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Complimenti in tutti i casi Nico, per il progetto, per quel po di masochismo che ti contraddistingue.
Il Pelmo, che montagna, non passa anno che non ci passi un po' di tempo...attorno però.

Col senno di poi meglio da un lato che voi abbiate optato per la cengia così poi da non trovarvi con il brutto tempo a dovervi caso mai calare e con il ritorno ancora da fare...anche se sempre col senno di poi (e la forma di prima) mi sarei fatto il muro per evitare sta cavolo di cengia...mi vien male solo a pensare di farla con le mezze sullo zaino.

A quando il prossimo tentativo?


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MessaggioInviato: 13/04/2015, 12:23 
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chemicalespresso ha scritto:
A quando il prossimo tentativo?

ora ricarico un po' le pile poi si vedrà.
di sicuro la seconda volta andrò diretto per il pordon.
è troppo lunga e scomoda la cengia da farsi con zaino pesante e split/sci che sbatacchiano sulla roccia.
al momento cmq è meglio aspettare un po' di giorni di caldo che riducano gli spessori della neve.
e magari vado anche a bivaccare al Venezia, così da avere un po' più margine.
è stata una bella giornata, in cui impari parecchie cose e che ti ridimensiona per bene.

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Capisco, sicuramente un'uscita del genere consuma.
In effetti, andando in la coi tempi, anche la salita al rifugio potrebbe diventare più pulita/rapida ma sicuramente un bivacco al Venezia renderebbe tutto più veloce.
Non c'è niente da dire, montagne del genere con componente alpinistica lasciano poco spazi ai ritardi.
E mi dimenticavo Nico...complimenti per il report soprattutto perché inerente ad una montagna stupenda però un pò "fuori zona".


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è la seconda "montagna di casa" e mi manca, proprio per quel casino di cengia, sul Civetta si tribola meno
probabile che prima o poi ci andrò...secondo me la strategia migliore è bivaccare di sicuro al rifugio, magari aspettare che la cengia sia senza neve o con meno neve...
Nico ma avete fatto "tiri orizzontali" o conserva lunga?

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enrysno ha scritto:
è la seconda "montagna di casa" e mi manca, proprio per quel casino di cengia, sul Civetta si tribola meno
probabile che prima o poi ci andrò...secondo me la strategia migliore è bivaccare di sicuro al rifugio, magari aspettare che la cengia sia senza neve o con meno neve...
Nico ma avete fatto "tiri orizzontali" o conserva lunga?

dei 3 mostri sacri della zona (Antelao, Civetta e Pelmo) non ne ho ancora fatto uno.
A mio avviso il Pelmo credo sia quello con più problemi alpinistici, e non sò perchè è quello che al momento mi attira di più.
Credo sia per la sua forma meravigliosa .
Sicuramente bivaccare al rifugio e salire a primavera inoltrata (alcuni aspettano giugno e il primo pezzo lo fanno in bici, ma lo saprai meglio di me considerando che ormai sei più local degli zoldani) ti dà molte più possibilità di riuscita. Però diciamo che non è una cosa che mi piaccia, non che lo renda facile anzi, però è una roba un po' tutta mia sulle condizioni con cui preferisco salire una cima. Certo se non dovessi riuscirci di nuovo abbasserò un po' l'asticella :)

Discorso corda.
Sostanzialmente abbiamo fatto solo tiri orizzontali, le poche volte che ci siamo mossi senza soste abbiamo preferito farlo completamente liberi.
Non sò se sia la soluzione giusta, sulla sicurezza in progressione ognuno dice la sua ed influisce moltissimo anche la preparazione di base delle persone che compongono la cordata.
A mio avviso su una cengia del genere andare in "conserva", corta o peggio lunga che sia, comporta un rischio altissimo.
Non ci sono spuntoni dove far passare sopra la corda, non hai protezioni naturali, alla fine le uniche cose che puoi mettere giù sono le stesse protezioni che hai sul tiro alternato (pochi rinvii, un friend ogni tanto, ieri in mancanza totale ho usato la picca come corpo morto in paio di nevai). Il problema della conserva è che se uno dei due vola, l'altro non è in sosta, e finirebbe per trascinare anche il compagno (non ci sono spazi per manovre di arresto). Con il senno di poi si potrebbe tentare una conserva lunghissima (cioè tutta la corda fuori) senza soste e con i due in movimento simultaneo, però in mezzo si dovrebbe riuscire a mettere giù almeno una protezione ogni 10mt (non sempre possibile). Un volo verrebbe dissipato dalla corda e dalle protezioni senza necessità di un freno in sosta, però ogni tanto cmq bisognerebbe radunarsi per scambiare il materiale. Sì insomma è una roba che funziona più sulla carta che altro, di difficile esecuzione.
L'andatura a tiri alternati almeno preserva di sicuro uno dei due e magari l'altro si fà male ma non crepa, certo è lenta però con un po' di pratica ed affiatamento si può velocizzare e ridurre solo ad alcuni tratti molto delicati. Anche se a mio avviso la scelta più sensata è fare il salto pordon.

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fatto in estivo come passeggiata, non ricordo nulla di problematico se sai gestire l'esposizione...

...eppure solo all'idea di farlo con neve, ghiaccio, e tavola in spalla rabbrividisco!!!
Bravi.. questo è vero snò alpinismo :D :D

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Doctor cut my finger I have to race! (Troy Bayliss 2007)


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Antelao alla fine è facile, la cresta finale la fai leggero è solo un po' aerea e c'è un passaggetto, poi dipende dalla neve e dopo la frana non so come sia
Civetta ha il passo del tenente che se pulito è facile, qs we sono andati su dei fortissimi ed era bello innevato ma se vai presto trovi duro e vai bene, magari meglio assicurarsi
Pelmo: la cengia è lunga e in effetti la conserva lunga boh...ovvio non è come la cresta del Vallencant che ogni m hai cavo e pioli....secondo te quanti gg ci vogliono ancora perchè si pulisca? il problema è che qs anno sopra non ce n'è tantissima e rischiano di scoprirsi i gradoni....andar slegati e legarsi solo qlc passaggio?

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Località: Giaveno
Bella nico, puro masochismo filosovietico. Gli Dei Kukuczka e Boukreev approvano la fatica gratuita.

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***IN POWDER WE TRUST***
http://bonattiisgod.blogspot.it


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