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 Oggetto del messaggio: Modelli di rischio di valanga
MessaggioInviato: 15/12/2010, 9:56 
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Iscritto il: 11/12/2009, 16:54
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Sta girando su altri forumzz di montanga, mi sembra molto interessante, per cui lo copioincollo di seguito. (Fonte: ÖAV alpenverein.at, tradotto da Mauro di OtT)

Modelli di rischio di valanga


Introduzione
L'esperienza dimostra che durante differenti inverni si generano situazioni da valanga pressoché identiche e quindi queste possono servire come un modello ricorrente di rischio per la maggior parte degli incidenti da valanga. Per questo è stato pubblicato nel novembre 2010, il manuale "Riconoscere la valanga. I 10 principali modelli di rischio" di Rudi Mair e Patrick Nairz.

I modelli di rischio ivi contenuti sono presentati qui in sintesi con associato per ciascuno un rapporto reale di incidente da valanga.

modello di rischio 1 - la seconda nevicata
Dopo la prima nevicata di un inverno possono rappresentare un pericolo soprattutto le valanghe di fondo, cioè valanghe che scorrono sui versanti ripidi e lisci. Dopo la seconda nevicata non trascurabile, aumenta invece il rischio di valanghe a lastroni. Queste sono considerate le tipiche valanghe dello sciatore e sono responsabili di almeno il 95% degli incidenti mortali da valanga. La seconda nevicata è così importante, perché tra la prima e la seconda neve a volte può formarsi uno strato debole, che è facilmente sollecitato dagli escursionisti invernali. La maggior parte dei problemi di questo tipo si verificano su pendii ombreggiati a quote superiori ai 2000 m.

modello di rischio 2 - valanghe di scivolamento di fondo
La neve scivola a valle di preferenza su rocce ripide e scivolose. Con ciò si formano nel manto nevoso delle "bocche", e anche crepe chiaramente visibili, a volte profonde diversi metri. Tali bocche, al contrario di quanto afferma una vecchia dottrina difficile da sradicare, non devono essere considerate come condizioni favorevoli, ma sfavorevoli in vista di un possibile distacco.
Una "bocca" indica la possibilità di slavine, ma nulla dice se e quando la massa di neve realmente si trasformerà in valanga. Le valanghe da scivolamento di fondo sono tra le più difficili da prevedere per quanto riguarda il momento dell'evento, perché possono staccarsi anche in condizioni di neve generalmente stabile a qualsiasi ora del giorno o della notte, sia nei giorni più freddi che più caldi dell'inverno. Inoltre le slavine non devono essere innescate tramite sovraccarico (n.d.t: vuol dire che in genere sono spontanee?).

modello di rischio 3 - pioggia
La pioggia è un classico segnale di allarme nell'ambito di neve e valanghe, in quanto da un lato pone del peso supplementare sulla neve, e dall'altro conduce ad una rapida perdita di adesione. Le valanghe sono quindi inevitabili. La pioggia può verificarsi in ogni fase dell'inverno. Il grande vantaggio: nessun modello di rischio può essere riconosciuto più facilmente della pioggia.

modello di rischio 4 - freddo su caldo / caldo su freddo
Troppo a lungo sull'argomento valanghe è stata rappresentata la scuola di pensiero che una grande differenza di temperatura tra una nevicata e quella successiva (egualmente se dal freddo al caldo o viceversa) ha un effetto positivo sulla situazione della neve. Tuttavia, questo è vero solo in determinate condizioni. Il più delle volte una tale differenza di temperatura influisce negativamente, perché favorisce la trasformazione costruttiva all'interno del manto nevoso: solitamente si formano strati sottili e deboli, costantemente soggetti a fratture. Questi si trovano spesso anche nei terreni esposti a sud. Una situazione insidiosa, anche perché lo strato debole subito dopo la nevicata non esiste e si forma solo nel corso dei giorni successivi.

modello di rischio 5 - neve dopo un lungo periodo freddo
Un classico tra gli eventi da valanga: dopo un lungo periodo di freddo, inizia a nevicare. In aggiunta soffia vento forte che trasporta la neve caduta. In un breve lasso di tempo risulta una situazione molto delicata per gli sportivi invernali. Questo è vero anche se dopo un lungo periodo di freddo soffia "solo"vento forte, senza nevicare. Il problema: nei pendii sottovento viene depositata neve soffice trasportata, che si poggia su un vecchio e morbido manto preesistente formato principalmente da brina di fondo (n.d.t.: Google traduce questa parte come "basata su un libero di mentire per lo più in piscina"...). Neve trasportata e neve vecchia sono collegate tra loro molto male. La copertura nevosa attende quindi solo di essere disturbata da carichi supplementari.

modello di rischio 6 - neve fresca fredda e morbida con vento
"Il vento è l'architetto delle valanghe": questa classica frase di Wilhelm Paulcke degli anni Trenta del secolo scorso, è ancora immutata. Il vento influenza sia la neve cadente sia la neve già depositata ed è uno dei maggiori fattori di formazione delle valanghe. Con neve asciutta e morbida il vento porta sempre a carichi e quindi ad un aumento del pericolo di valanghe!

Più è bassa la temperatura della neve trasportata, tanto più questa reagisce allo stress, perché aumenta la fragilità. Questo modello di rischio è diverso dal numero 5 per il fatto che la neve a debole coesione non si forma in un lungo periodo di freddo, ma in un breve periodo. E lo stesso succede se ha appena nevicato nella stagione fredda in assenza di vento e poi è iniziato il vento o se inizia a nevicare senza vento, e questo aumenta di intensità durante la nevicata. Un modello che in genere si lascia riconoscere abbastanza facilmente.


modello di rischio 7 - terreni poco nevosi in inverni nevosi
Di solito in inverni nevosi accadono meno incidenti da valanga che in inverni con poca neve (n.d.t: penso che sia riferito a questo singolo modello di rischio), in quanto la situazione nevosa è generalmente più favorevole. Tuttavia anche in inverni nevosi si osserva regolarmente il fenomeno di pendii esposti relativamente con poca neve, dovuti a condizioni atmosferiche e al vento. Di conseguenza in queste zone il manto nevoso risulta di costruzione particolarmente sfavorevole, ed è proprio lì la maggiore probabilità di innescare valanghe da parte degli sciatori.


modello di rischio 7 - terreni poco nevosi in inverni nevosimodello di rischio 7 - terreni poco nevosi in inverni nevosi
La brina di superficie è una delle più belle forme di neve, e non contiene di per sé alcun pericolo potenziale: solo quando viene ricoperta da nuovi strati di neve è pericolosa e quindi è giustamente considerata uno dei più critici punti di debolezza della neve.

modello di rischio 9 - nevischio a palline
Gli strati deboli all'interno del manto nevoso nei corsi sulle valanghe sono spesso paragonati ai cuscinetti a sfera. Questa immagine è veramente calzante solo per il nevischio a palline: una forma sferica di precipitazione che si accumula di preferenza in primavera per rovesci di tipo temporalesco. Facile immaginare che la neve che si accumula è scarsamente collegata a questo strato debole e quindi aumenta il rischio di valanghe. Il nevischio è spesso distribuito su piccole aree ed è difficile da riconoscere anche da parte degli esperti senza un esame stratigrafico. Una situazione infida che fortunatamente porta solo a problemi di breve termine.

modello di rischio 10 - situazione primaverile
La primavera rappresenta una sfida particolare per gli sciatori, ma anche per i previsori e per i partecipanti alle commissioni valanghe. Raramente "sicurezza" e "pericolo" sono così vicini temporalmente, ed è anche raro che l'ampiezza di gradi di pericolo in un solo giorno sia così grande. Da un lato il pericolo valanghe è raramente più basso che in condizioni stabili di Firn, ma quasi mai durante un inverno si registrano valanghe più grandi che durante le situazioni critiche in primavera.
Oltre alla copertura nevosa svolgono un ruolo decisivo i cambiamenti impressionanti di temperatura, umidità, la radiazione, e anche l'influenza del vento. Per gli appassionati degli sport invernali disciplina temporale e flessibilità nella pianificazione del percorso sono più richieste che mai

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mi sto inscimmiando dibbbbbrutto


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