Considerata svanita, causa mal tempo, la sortita verso il Bianco, ieri con Renzo ci siamo diretti al Cevedale.
Sveglia alle 2.30, arrivo alla diga verso le 6.30, partenza alle 6.40 (con grave dimenticanza di lasciare la crema nello zaino che rimaneva in macchina, e quindi oggi la mia faccia è a righe bianche e rosse).
I primi 600mt fino al rifugio Larcher si fanno sul sentiero con tutto in spalle godendosi la rinascita delle cascate e le prime fioriture primaverili.
Dopo il rifugio si può pellare fino in cima. La salita è meravigliosa, tecnicamente mai complessa, in ambiente glaciale aperto, con seracchi sui vari versanti.
Il tempo era molto bello la mattina e poi, come da previsioni, le nuvole hanno incominciato ad accumularsi. A 100mt dalla vetta, è inziato a nevischiare e così dopo 1.700mt di fatica per non perderci la buona visibilità in discesa abbiamo deciso di cambiare setting ed inziare a scendere (la decisione seppur straziante è stata corretta, appena arrivati alla macchina è inziato a diluviare). Cmq non mi dispiace più di tanto in fondo arrivare quasi alla cima e tornare indietro la considero sempre un po' una forma di rispetto verso la natura.
Per metà discesa (nella parte alta) la neve è ottimo firn, mentre dai 3.000 in giù è veramente troppo bagnata per permettere una surfata divertente (per la serie tavola dritta sulla massima pendenza e via).
In alto ho tirato una curva che è valsa la giornata e la fatica. Su buona pendenza ho aperto il raggio a dismisura ed in uscita di curva della coda della Solution credo fosse rimasta nella neve giusto 15cm. Magari esagero (non mi son girato a guardare) ma è stata veramente una sensazione bellissima.
Abbiamo scelto un ritmo di salita un po' lento (300mt/ora) ma che ha permesso di arrivare quasi fino in cima (e se non fossero arrivate le nuvole fantozziane con calma e pazienza ci saremmo arrivati) mantenendo buone le gambe così da salvaguardare la discesa.
Salita e discesa sempre in solitaria (eravamo solo noi due in tutta la valle, spettacolare). In discesa sul sentiero vicino a malga mare abbiamo incrociato due olandesi ed un tedesco mentre facevano trekking, devo ammettere che loro con magliettina e pantaloncini e noi con sci, tavola e tutto quello che ci potevamo togliere attaccato agli zaini ha creato quel contrasto positivo che ha fatto sorridere tutti.
In generale sono molto felice, temevo di lasciarci anche l'anima con una gita lunga ed in quota ed invece la risposta è stata buona anche considerando che dai 3000mt in sù ho battuto traccia. E' proprio vero che una certa serenità mentale aiuta a superare quelli che pensavo dei miei limiti (piccoli o grandi che siano), facendo accedere a risorse ritenute inesistenti.
Ora temo che questa sia stata veramente l'ultima uscita, sabato sciolino la split non spatolandola chissà che un po' di scarmanzia non porti ancora qualche sorpesa.
A breve qualche foto e il link (
http://www.montagna.es/relazioni/scialpinismo/434).