arlolife ha scritto:
Bhe che dire.....chapeau!!!! Veri complimenti e sana invidia
stò giro faccio io il rompicoglioni, con lo spirito il più possibile "costruttivo".
PREMESSA:
-complimenti al rider veronese per molti motivi
-la mia idea non è criticare ma cercare di individuare alcuni punti importanti per affrontare discese impegnative
-sono solo un amatore e quindi posso sbagliarmi
-complimenti ancora al rider
-non conosco l'itinerario personalmente, ho cercato di capire di cosa si parlava guardando un po' di relazioni in rete
-dalle relazione la danno come un BS, dalla gopro il primo tratto sembra più pendente (non sò se è per l'effetto dell'obiettivo), lo graderei più di 40 ma massimo 45. se qualcuno lo conosce meglio scriva pure che correggo volentieri.
PUNTI POSITIVI:
-complimenti perchè un itinerario del genere in solitaria denota gran carattere e determinazione
-alla fine è andato tutto bene, quindi rispetto ai miei appunti post video lui ha avuto ragione
PUNTI DUBBI:
-IMO il cambio setting e allacciarsi la tavola và fatto il più possibile in piedi o posizione verticale. se in piedi lo spazio è troppo piccolo meglio scavarsi un piccolo gradino sul versante di discesa dove appoggiare la tavola e sfruttare la pendenza per rimanere in posizione eretta. in questo modo quando si parte si evitano grossi scossoni per rialzarsi che possono produrre squilibri e cadute in luoghi potenzialmente fatali. diciamo che rotolare sulla cresta con la tavola ai piedi non è proprio la partenza più sicura.
-IMO per pendii che partono ripidi ci vorrebbe maggior dimestichezza tecnica o un filo più di feeling (appreso su itinerari meno complessi), oltretutto la neve era in gran condizioni (di discesa non di sicurezza). non è una questione stilistica ma solo di sicurezza, dover fare 10 curve saltate per scendere di pochi metri crea non pochi traumi sul pendio, inoltre se ad ogni curva ci si ferma si subisce fortissimo lo "slaf" (le piccole slavine autogenerate dalle nostre curve) che in grossi volumi può diventare pericoloso. oltretutto generalmente il pendio ripido e pericoloso è solo una piccola parte di tutto l'itinerario e meno ci si stà meglio è (cioè più sicuro levar le tende prima che si può).
-IMO la linea di discesa dalla cima l'avrei fatta lievemente diversa, il pendio era al limite della praticabilità tanto era carico, il taglio fatto per risalire verso la cresta (seppur con qualche curva) l'ho ritenuto un ulteriore sollecitazione pericolosa che si poteva evitare. se proprio si doveva tagliare un po' l'avrei fatto sotto.
-IMO la neve era un pacco di polvere ottima sotto il manto sahariano congelato, diciamo quindi che la coesione tra gli strati forse non era ottimale. a quel punto la discesa a mio parere dovrebbe essere più diretta e rapida anche nella parte sotto. nel canale della seconda parte le strettoie dovrebbero essere passate dritte per poi impostare la curva e risalire i bordi appena si apre. in questo modo la neve che ci portiamo dietro non rischia di venirci addosso e di travolgerci.
-IMO vedendo come lavorano le braccia mi pare ci sia un movimento reiterato di controrotazione. in pista si può fare senza subire grosse conseguenze, in campo aperto a mio parere andrebbe evitato in quanto non produce rotazione alla tavola (cioè non è il così detto anticipo) ma anzi rischia di farci trovare con meno movimento possibile quando poi serve farlo.
CONCLUSIONI:
-grazie ancora al rider e complimenti
-l'intenzione è quello finalmente di analizzare e se possibile imparare dalle esperienze altrui, invece di vedere i video dei pro e tornare a casa senza nulla da mettere in pratica
-su questo forum capita di leggere di discese anche difficili, ma la condivisione ai fini dell'apprendimento è quasi zero. spero che questo post sia preso in tal senso e magari apra un piccolo pertugio
-grazie ancora al rider, se incroceremo le tavole un giorno ti devo una birra enorme
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