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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Canale N Sassopiatto
MessaggioInviato: 13/05/2009, 20:26 
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Iscritto il: 07/05/2009, 12:49
Messaggi: 2008
Località: Dolomiti (ogni tanto anche altri bei posti con belle montagne alte piene di powder)
Relazione della gita del 28/02/2009

La bellezza e la suggestività delle Dolomiti sono descritte in libri, poesie e quadri, ma la sensazione che si prova contemplando alcune di esse è molto difficile da spiegare…sei là, sul prato, verdissimo e costellato di fiori all’inizio dell’estate o ammantato di candidi fiocchi d’inverno e il tuo sguardo va verso le cime e gli anfiteatri rocciosi…
…all’alba o al tramonto le pareti s’infiammano di tonalità estasianti…
…il semplice escursionista le ammira solamente…
…l’arrampicatore scorge anche i camini, le placche, gli strapiombi, le vie logiche e quelle più ardite…
…lo scialpinista scruta l’insieme del gruppo alla ricerca degli spazi bianchi sui quali tracciare una linea ideale…
…a volte l’occhio cade anche sui canali più ripidi e impervi, ma esteticamente bellissimi…

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…e il tarlo della sfida alpinistica prevale forse in parte sul significato e sul piacere della discesa…
Il canalone Nord del Sassopiatto incarna tutto ciò…è una poderosa spaccatura che separa la parete NE del Sassopiatto dal resto del gruppo, circa 700 m di dislivello che vanno su dritti, verso il cielo, tra scure pareti…

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la parte alta è stretta e ripida, da metà in giù molto più larga e con pendenze minori, nel complesso si può definire un itinerario di sci ripido ma non certo estremo. Tra le difficoltà da superare, oltre a dover raggiungere la sommità del canale con un supporto quasi minimo degli impianti c’è anche il salto di roccia finale, che può essere problematico in caso di scarso innevamento, dato che la zona non è proprio famosa per i metri di neve…C’è anche la possibilità di salire lungo la ferrata Schuster, come dice Gallo nella guida, ma in tal caso le difficoltà tecniche della salita sono ancora superiori, soprattutto se i cavi sono coperti dalla neve…

Con Joseph e Franco siamo partiti alle 7.30 dal Passo Sella e siamo saliti alla forcella Sassolungo.

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Questa è una salita facile e non lunga (500 m di dislivello, a destra nella foto, quella di sinistra è la forcella 5 dita) ottima per chi è alle prime armi, come la discesa lungo il versante opposto, su pendii non ripidi e ampi, nel magnifico vallone nord-ovest del sassolungo. Non ci aspettavamo neve bella….dopo parecchi giorni di assenza di nevicate e di vento da nord è stato inevitabile trovare neve dura nella parte alta ma non male sotto, con qualche tratto ancora polveroso…
Sulla sinistra abbiamo potuto ammirare la zona del Dente del Sassolungo, un’incredibile enorme “canino” ritorto a strapiombo sulla forcella omonima, altro itinerario molto interessante, già intrapreso qualche anno fa con gli amici di bike-board…

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Superato il Rif. Vicenza su buona neve abbiamo continuato a scendere verso sinistra tenendo un po’ la quota, per arrivare circa un centinaio di metri sotto al basamento roccioso del canalone, che a prima vista ci ha un po’ impressionato, come del resto la distanza che ci separava dalla sommità e la pendenza apparente del canale superiore…

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L’esperienza insegna però che finchè non si tocca con mano (o scarpone o rampone o piccozza) la montagna non si sa se le difficoltà sono superabili o no…quindi è iniziato il calvario della salita e ci siamo avvicinati alle rocce…
Il bello è che Joseph, che ha meno esperienza alpinistica di me e soprattutto di Franco ha trovato subito il passaggio migliore, un salto di circa 3 m ben coperto di neve e facilmente superabile, molto più semplice del tratto basale più visibile che a occhio comporta passaggi di I grado su misto.

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Montati i ramponi e impugnata la piccozza abbiamo dunque iniziato la lunga ascesa, molto faticosa soprattutto nella prima parte dove in più punti la crosta si rompeva facendoci affondare fino al ginocchio o anche di più…
nel tratto più largo e meno ripido abbiamo provato a salire con le pelli e i rampanti ma sul duro era difficile (sapendo anche di non poter sbagliare mai, vista la presenza del salto sottostante) e sulla neve più morbida si tendeva a scivolare parecchio…
Ricaricato tutto nuovamente sul groppone abbiamo dunque ripreso a salire con i ramponi lungo la massima pendenza, sfruttando abbastanza una traccia presente…

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nel tratto stretto e ripido un certo “snow drift” dalle pareti e lungo il canale ci ha un po’ intimorito, anche perché cadeva qualche sassolino…e tanto per cambiare non avevo il casco…il fenomeno per fortuna è andato scemando e, nonostante la stanchezza crescente, siamo riusciti a proseguire fino in cima, cercando di non pensare al dolore ai muscoli e al fiato sempre più corto…
gli ultimi metri sono stati veramente pesanti…non finivano mai…dimostrazione che l’allenamento non basta mai…e sì che m’ammazzo in palestra e d’estate in bici giro parecchio…
Dalla cresta sommitale, molto stretta e con un po’ di cornice, si può vedere parte dell’anfiteatro da un’altra prospettiva….è uno spettacolo grandioso di pareti, pinnacoli, guglie e strapiombi…si resta senza il poco fiato rimasto ma la soddisfazione è enorme…

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Ma poi viene il bello…la discesa inizia tutto sommato non troppo ripida né stretta ma subito il terreno s’inasprisce e fare le curve, obbligatoriamente saltate, diventa ancora più difficile….la neve non era durissima ma comunque molto compatta e per precauzione sono sceso con la piccozza in mano….anche perché non ho ancora imparato a gestire bene gli atterraggi in backisde, molto più difficili rispetto all’altro lato….e poi non ci si dimentica che in fondo c’è il salto……

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La parte ripida e stretta era inoltre caratterizzata dalla concavità della copertura nevosa per cui i materiali subivano notevole flessione e tenevano meno…
Superato il tratto più stretto e ripido con un breve diagonale verso destra abbiamo potuto tracciare la zona ampia del canalone su neve morbida, purtroppo solo per poche centinaia di metri di dislivello…

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bisognava infatti spostarsi a sinistra verso le tracce di salita dove la neve era di nuovo dura o crostosa, per poi tornare morbida (per fortuna!) nei pressi del ripido tratto finale prima delle barre rocciose…
L’uscita non è stata problematica, tutto sommato faceva più impressione del dovuto…sia io che Joseph siamo riusciti a passare sciando / surfando mentre Franco, dopo una caduta in un punto non proprio ottimale ha preferito scendere a piedi…

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Per raggiungere l’Alpe di Siusi abbiamo lasciato le ultime tracce su un bellissimo pendio, mentre la luce del tardo pomeriggio allungava le ombre degli abeti e dei picchi sovrastanti…

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il rientro a M. Pana è un po’ lunghetto ma non troppo faticoso e consente di ammirare la linea del canale percorso e l’intero versante settentrionale del gruppo.
Finale di giornata al bar di S. Cristina dove siamo stati costretti ad aspettare per più di un’ora il taxi per il passo Sella…..ma fortunatamente la birra era buona!

Indicazioni per l’itinerario
Salita: Il Canale può essere salito da Nord partendo dall’Alpe di Siusi (Saltria o M. Pana), anche usufruendo degli impianti di risalita che fanno guadagnare quota ma portano un po’ fuori strada. Oppure la base del canale può essere raggiunta dalla Forcella Sassolungo o dalla Forcella del Dente (in tal caso la gita diventerebbe ancora più impegnativa). Nella guida di Gallo è suggerita la salita lungo la ferrata Schuster, molto impegnativa e caratterizzata da tutte le difficoltà che si possono trovare d’inverno (cavi sepolti, ghiaccio, ecc….)
Discesa: E’ obbligata all’interno del Canale, su versante N (sarebbe NNW ma è talmente incassato tra le rocce che si può considerare N). La discesa dalla Forcella Sassolungo avviene su un facile e ampio versante NW.


Scheda tecnica

Caratteristiche generali: Itinerario di sci/snowboard ripido, nel grandioso contesto del gruppo Sassolungo Sassopiatto che domina l’Alpe di Siusi, uno dei luoghi più belli delle Dolomiti.

Gruppo Montuoso: Sassolungo - Sassopiatto
Accesso: Per il Canale si può raggiungere l’Alpe di Siusi dalla Val Gardena, raggiungibile dall’autostrada A 22 del Brennero. Per l’attraversata da Forcella Sassolungo è necessario partire dal Passo Sella al quale si può arrivare dalla Val Gardena o dalla Val di Fassa.
Itinerario di salita: Canale Nord Sassopiatto: versante N (o ferrata Schuster versante E); Forcella Sassolungo: versante SE
Itinerario di discesa: Canale Nord Sassopiatto: versante N; Forcella Sassolungo: versante NW
Dislivello salita: Canale Nord Sassopiatto: partendo dall’Alpe di Siusi circa 1000 m (700 di canale e 300 di pendio sottostante) con possibilità di diminuire la salita aiutandosi con gli impianti da Saltria o da M. Pana ma che portano un po’ fuori strada; facendo l’attraversata come abbiamo fatto noi si fanno circa 100 m di pendio sottostante e circa 700 m di canale. Salita per la ferrata Schuster: 500 m dal Rif. Vicenza. Forcella Sassolungo: 500 m.
Dislivello discesa: Canale Nord Sassopiatto: circa 700 m di canale e circa 300 m di bel pendio sottostante; Forcella Sassolungo: circa 600 m fino alla base del canale o 900 m fino all’Alpe di Siusi.
Difficoltà salita: OSA + (OSA ++ la ferrata?)
Difficoltà discesa: OSA +
Tempo di salita: Canale Nord Sassopiatto: per l’avvicinamento tempi normali di salita quindi direi meno di un’ora; per il canale considerare 3 h – 3,5 h a seconda delle condizioni della neve; per la ferrata non ho idea ma credo 3 h buone
Periodo consigliato: febbraio - aprile
Bibliografia: Le nevi delle Dolomiti 1 - M.Gallo
Cartografia: Tabacco foglio n. 5 Val Gardena

Note: Itinerario ripido ma non estremo. La parte alta ha parecchi metri molto stretti e ripidi (45°, probabilmente di più ma non dico niente sennò partono le solite polemiche inutili) e con le condizioni che abbiamo trovato, soprattutto a causa della concavità in un tratto era abbastanza difficile fare le curve saltate, credo che con neve un po’ più morbida sia meno problematico (ma allora è più faticoso salire….con neve fonda credo proprio non si possa salire da N!). Dal punto dove si allarga diventa molto meno impegnativo e più divertente. Il salto finale è più psicologico che altro, basta stare attenti a non prendere sassi e a non sbilanciarsi, ma ovviamente dipende dalla copertura nevosa.
L’attraversata dalla Forcella Sassolungo aggiunge all’itinerario la completezza di una Gitona di quelle che contano!

Aggiungo che sono molto contento di come si è comportata la split della Venture, ottima tenuta anche nei punti più difficili, anche se questa è una gita fattibilissima anche con le ciaspe e la tavola “leggera” in quanto se si fa solo il Canale e la neve è portante si possono lasciare alla base risparmiando parecchio peso e tutto sommato anche la salita alla Forcella Sassolungo con le ciaspe si fa bene.

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