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 Oggetto del messaggio: Moiazza - Forc. delle Masenade
MessaggioInviato: 12/05/2009, 15:58 
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Iscritto il: 07/05/2009, 12:49
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Località: Dolomiti (ogni tanto anche altri bei posti con belle montagne alte piene di powder)
Titolo: Moiazza- Forcella delle Masenade

Descrizione: Relazione della gita del 02/01/09
Grazie alle buonissime condizioni di innevamento siamo riusciti a fare questa “gitona”. Le abbondanti nevicate di dicembre (più di due metri) purtroppo sono state “rovinate” da alcuni giorni di phoen (effetto di vento forte e caldo che si verifica quando da nord scavalla le alpi e a nord nevica – effetto stau – e a sud invece l’aria comprimendosi si scalda) con il risultato che non abbiamo neanche fatto in tempo a vedere tutto il ben di dio che era venuto giù. Fortunatamente dopo quei maledetti giorni di ventaccio caldo è venuto il freddo…la maggior parte delle valanghe erano venute giù e la neve rimasta, comunque molta, un ottimo fondo, si è praticamente cementata. Altro regalino: le due brevi nevicate di circa 10 cm l’una di S. Stefano e di Capodanno, ma solo nella nostra zona, nel resto delle Dolomiti ha fatto meno…In quota comunque in questi giorni c’era un po’ di fresca anche negli altri soliti posti dove andiamo di solito e qualche giro l’abbiamo fatto.
Ho descritto le condizioni per mettere in evidenza che questa gita necessita appunto di condizioni particolari, ovvero buon innevamento ma condizioni sicure. Infatti la parte iniziale della salita si svolge su pendii ripidi molto pericolosi, veri e propri canali di scarico di grosse valanghe. E’ però necessario che ci sia molta neve per coprire bene i mughi, altrimenti il ravanamento iniziale aumenta esponenzialmente e diminuisce di conseguenza anche il divertimento in discesa.
Ma veniamo al report.
Siamo partiti in tre, io Luca (Lachiliuc) e Cia, la mia ragazza anche lei dotata di split (voilè) da pochi giorni. Non essendo ancora molto padrona della tecnica di salita, e non amando i tratti di salita problematici, come i primi 350 m della Moiazza, lei ha subito optato per una gita molto più tranquilla e ci ha lasciato per salire sullo spiz Zuel.
Devo dire la verità che anche io e Lachiliuc al momento abbiamo guardato male la bastionata di salti di roccia e mughi che caratterizza la prima parte della salita, ma abbiamo comunque deciso di tentare, essendo quasi certi che sopra avremmo bellissimi pendii in buone condizioni, grazie alle gite dei giorni precedenti in versanti con esposizione simile nella nostra zona quando avevamo anche constatato che verso sud e in quota aveva nevicato di più.

Abbiamo quindi affrontato i pendii iniziali, che vanno superati per raggiungere il Vant della Moiazza. Si tratta di salire come accennato per zone ripide, con mughi e salti di roccia; la prima parte del sentiero è facile, una stradina, poi si può scegliere se seguire il sentiero nel bosco (fitto!) oppure salire per il canale di valanga, come suggerito anche nella guida di scialpinismo. Noi abbiamo optato per la seconda soluzione, mentre i tre scialpinisti che ci precedevano hanno fatto il sentiero…in entrambi i casi c’è da tribolare un po’e da sperare che non venga giù niente dall’alto!
Ad un certo punto è necessario mettere gli sci (tavola, mezze tavole, ecc) in spalla per superare un breve tratto ripido, con rocce e mughi, non difficile ma meglio avere la piccozza in caso di neve dura.

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Dopo questi “casini” si raggiungono i pendii soprastanti, molto belli, in ambiente spettacolare. Da qui comincia la lunga traccia che risale tutto il Vant della Moiazza; si può seguire il tracciato del sentiero estivo o tagliare anche più direttamente a sx, ma è sempre opportuno scegliere la traccia in modo sicuro, cercando il più possibile di evitare le zone pericolose (conche, zone di accumulo ecc…).

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Qua si cammina, ragazzi, si cammina tanto e la meta è sempre piuttosto lontana, ma con una buona gamba e la split si riescono a tenere buone medie…poi avevamo la traccia fatta e il punto di riferimento dei tre scialpinisti, che abbiamo raggiunto sulla parte finale della salita, il ripido pendio della Cresta delle Masenade.
La fatica è stata tanta, ma la qualità della neve, anche più di 20 cm di fresca polverosa, faceva presagire un’ottima discesa. L’ultimissimo tratto di salita richiede alcuni metri a piedi con il materiale in spalla, ma ho visto che si può salire anche più a sinistra, con pelli o ciaspe.

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In cima abbiamo conosciuto i due ragazzi e la ragazza che ci avevano preceduto, dei quali ovviamente non ricordi più i nomi ma che saluto di nuovo e che ringrazio ancora, senza la loro traccia sarebbe stato tutto più difficile e faticoso.
Dopo una bella sosta in cima per rifocillarsi e portare a termine gli eterni preparativi per la discesa, incredibilmente al sole, senza vento e senza troppo freddo abbiamo cominciato la bellissima discesa. Tutto sommato è stato un bene salire più a destra, a sinistra abbiamo lasciato un bellissimo pendio vergine…indovinate chi è sceso per primo sollevando nuvole di polvere?

Dopo il primo pendio ripido,

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veramente godurioso, si surfa/scia sui pendii del Vant, meno impegnativi ma divertentissimi, con dossi e cambi di pendenza, un vero parco giochi, con possibilità infinite anche di saltoni.

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Continuando la discesa la pendenza aumenta di nuovo e la zona più bella sciabile è quella individuata nella carta Tabacco con il toponimo Burangol, passando a destra di un roccione (quotato 2052 m). Come al solito le zone più belle da sciare sono anche quelle più pericolose…guardando i pochi alberelli storti e rotti che ci sono su questo pendio si può solo immaginare la potenza delle valanghe che lo spazzano. In caso di dubbio sulla stabilità del pendio conviene assolutamente scendere nei pressi della traccia di salita.
Con le buone condizioni trovate noi abbiamo osato fare il vallone del Burangol, nel quale è comunque possibile (e assolutamente consigliabile) tracciare sul crinale centrale, dopo aver effettuato un primo diagonale un po’ dubbio con tutte le cautele del caso…anche se qua ragazzi se si muove qualcosa mi sa che più che l’arva poi serve il cucchiaino (sgrat!).
Dopo il bel vallone ci sono altri bei pendii meno ripidi e meno uniformi e si surfa più tranquilli.
In teoria, salendo, avevo individuato una linea di discesa diretta dal margine roccioso orientale del Burangol, in corrispondenza dei primi alberelli…ma tra la linea mi è sembrata fin dall’inizio un po’ troppo “estreme” o alla Jeremy Jones che dir si voglia e il diagonale per arrivarci era gonfio, oltre che sopra un bel salto di roccia.
Abbiamo quindi saggiamente deciso di scendere verso la traccia di salita, in verità con molta poca voglia di affrontare in discesa i 30-40 metri di “arrampicata” su neve (ormai indurita) e muraglia varia….per di più senza piccozza e ramponi….
Anche in questo caso, un po’ grazie alla tanta neve e al nostro buon “occhio” abbiamo individuato un punto scendibile con la tavola (sci) ai piedi, con solo un metro di saltino mugoso…dopo questo passaggio (più facile da fare con la tavola che con gli sci da quanto ho visto io) non me la sono vista tanto bella in quanto ho dovuto fare un diagonale (ovviamente sopra un altro salto di roccia e in backside, per me che son goofy) su neve dura e con i grumi di valanga…ad un certo punto ho anche toccato il pendio con l’archetto dell’attacco e ho preso un bello scagotto….assolutamente la prossima volta picca e ramponi!!!
Per fortuna la crosta non era troppo dura e sono riuscito a piantare giù un piede e girarmi e fare il diagonale in switch in modo da farlo in front.
Dopo la botta di adrenalina un bel ravano finale in bosco e via verso casa, molto stanchi ma contentissimi della gita compiuta!
Mi scuso con gli altri ragazzi ai quali avevo promesso la birra per la traccia ma eravamo talmente finiti che siamo partiti subito verso la doccia calda…
In compenso mi sono beccato un mal di gola da panico comunque…

Indicazioni per l’itinerario
Salita: Vant della Moiazza: inizialmente su sentiero 559 o per canale valanghivo, versante est; da quota 1700 m circa si il Vant ha orientamento nord-est; il pendio finale è praticamente esposto a Nord.
Discesa: Versante Nord della cresta delle Masenade, poi traccia libera nel Vant. A seconda delle condizioni della neve si continua la discesa tenendosi verso destra (crinale nel Burangol) o più sicuro a sinistra, nei pressi della traccia di salita. La parte dei salti di roccia può essere più o meno problematica a seconda dell’innevamento. In caso può essere conveniente portare piccozza e ramponi o anche una corda da 30 m (eventualmente anche lasciabili in loco durante la salita). La parte bassa può essere effettuata come in salita o nel canale valanghivo o nel bosco fitto (dove comunque le valanghe scendono…magari un po’ più piccole….) come dire scegliete tra la padella o la brace!

Scheda tecnica
Caratteristiche generali: Gita sci/sno alpinistica piuttosto impegnativa per dislivello, sviluppo e alcune difficoltà tecniche nella prima parte della salita (ultima parte della discesa). Richiede condizioni di innevamento abbondanti ma allo stesso tempo sicure. Generalmente la neve non manca nella parte alta. Difficile invece trovare condizioni di buon innevamento anche nella parte bassa ad inizio stagione. Può capitare di trovare buone condizioni da febbraio in poi ma con temperature alte è molto pericoloso. Da quello che ho visto la zona è invece abbastanza riparata dai venti settentrionali che di solito fanno i maggiori danni e che creano pericolosi lastroni, ma questa opinione prendetela con le pinze visto che si sono stato solo una volta con le buone condizioni descritte.
Gruppo Montuoso: Gruppo Civetta - Moiazza
Accesso: Autostrada A27, Longarone, Dont (Val di Zoldo), girare a sx per Passo Duran. La partenza è in località Le Vare (indicazioni sentiero 559 per Bivacco Grisetti).
Itinerario di salita: Versante est, nordest, nord.
Itinerario di discesa: Versante nord, nordest, est.
Dislivello salita: 1400 m totali; circa 350 m iniziali nel bosco fitto o su pendii valanghivi (difficili e poco divertenti sia in salita che in discesa); il restante dislivello facilmente pellabile tranne gli ultimissimi metri in cima alla forcella; ultimi 250 m di salita con pendenza circa 40°.
Dislivello discesa: 1400 m; come sopra ovviamente invertiti.
Difficoltà salita: BSA o OSA a seconda delle condizioni della parte “rocciosa e mugosa” e del pendio della Cresta delle Masenade.
Difficoltà discesa: BSA o OSA a seconda delle condizioni della parte “rocciosa e mugosa” e del pendio della Cresta delle Masenade.
Tempo di salita: 4 ore (calcolare un’ora in più in caso di maggiori difficoltà come sopra descritto)
Periodo consigliato: da dicembre a marzo (in ogni caso con condizioni sicure e temperature non elevate)
Bibliografia: “Scialpinismo nelle Dolomiti” G. Sani
Cartografia: Tabacco foglio 25.

Note:
Non mi stanco di ripetere che questo è un itinerario piuttosto impegnativo. E’ lungo e c’è tanta salita. Inoltre la parte iniziale della salita può presentare alcune difficoltà, a seconda delle condizioni di innevamento, per superare alcuni salti di roccia con mughi. La neve deve essere molta ma anche stabile, per cui non è facile trovare le condizioni giuste. Quest’anno si sono verificate le condizioni sopra descritte…se non fa vento, caldo o troppa neve (ma spero che nevichi per poter fare altre cose ovviamente!!!) la situazione rimarrà buona…poi credo che difficilmente si ritroveranno tanto presto, soprattutto ad inizio stagione.
Per il resto è una delle gite e delle discese più belle che io abbia mai fatto, sia per la bellezza dell’ambiente che per la qualità della discesa.
La discesa è consigliabile anche agli snowboarders ma credo che l’intera salita con le ciaspe richieda molta più fatica rispetto agli sci o alla split, che già è tanta!
Se uno ce la fa a fare ancora salita dalla forcella può anche salire sulla cresta (a sx guardando da sotto) e scendere per un bel “canalino”.

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