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Autore Messaggio
MessaggioInviato: 12/05/2009, 15:55 
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Iscritto il: 07/05/2009, 12:49
Messaggi: 2008
Località: Dolomiti (ogni tanto anche altri bei posti con belle montagne alte piene di powder)
Descrizione: Relazione della gita del 31/01/2009

Gita sci/sno-alpinistica all’insegna dell’esplorazione e della fantasia….
Non compare infatti sulle guide….o meglio…non compare esattamente come l’abbiamo fatta noi…..
In realtà il terreno dei Cadini (di Misurina) si presta all’improvvisazione…ci sono un sacco di possibilità...e con un po’ di occhio e provando anche ad esplorare per verificare se quello che c’è sulla carta topografica corrisponde a qualcosa di buono, si può trovare la soluzione migliore…ovvero bei pendii esposti nord e bella neve!

Già ai primi di ottobre ero passato in zona, scendendo dal Rif. Auronzo con la bici giù per il Vallon de Lavaredo e la Val Marzon…..al rifugio c’erano già circa 20 cm di neve e la prima parte della discesa è stata molto divertente..solo qualche tratto all’inizio ho dovuto pedalare spingendo forte per non impantanarmi….ma il bello è che la prima spolverata della stagione mi ha permesso di osservare meglio le morfologie che avevo di fronte, e il tarlo ha cominciato a scavare….ma chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato subito un inverno da record con tanta neve fino in basso, indispensabile per fare questa gita?

Nonostante un raffreddore da kilo con Joseph e gli altri due compari di giornata (Luca e Franco) siamo partiti dal Lago Antorno (Misurina) alle 8.45 circa per salire al rif. Fonda Savio lungo il Ciadin de Toce (Cadin dei Tocci). La meta di giornata come detto non era definita…però una mezza idea di esplorare uno dei due valloni che scendono a nord dal Cimon di Croda Lissa e dalla Torre Siorpaes io ce l’avevo…..e il bello è che sulla carta (neanche sulla CTR! Qua bisogna chiedere a qualche local…)..non hanno neanche un nome! Quindi per comodità chiamerò il primo Ciadin de Croda Lissa e il secondo Ciadin de Siorpaes, ovviamente con nessuna velleità di essere il primo a creare il toponimo.

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Al rifugio abbiamo fatto una pausa rifocillatoria e per scaldare mani e piedi….la temperatura infatti era piuttosto bassina (-15°C) e una leggera brezza di caduta molto fredda ci ha accompagnato tutto il giorno…essendo sempre stati in canaloni esposti a nord….se in bella neve vuoi gioire un po’ devi soffrire no?

Dal rifugio abbiamo risalito il Ciadin del Nevaio fino in cima alla forcella aprendo la traccia…gli ultimi metri sono stati impegnativi e ci hanno costretto a portare gli sci (io le mezze tavole) in spalla.

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Dalla forcella siamo scesi verso nord (alcuni tratti non proprio ottimi per la tavola, poca pendenza) e abbiamo continuato la discesa verso la Val de Le Ciampedele, bellissima discesa su ottima polvere freddissima e leggerissima, in alcuni punti gli spessori di fresca erano superiori ai 25 cm e si sollevavano bellissime onde. Dopo le prime valutazioni abbiamo constatato che anche la stabilità del manto nevoso era buona e quindi abbiamo potuto divertirci a scendere anche sui pendii più ripidi, tenendoci sulla destra della valle. La copertura nevosa è eccezionale, anche i sassi grossi sono ben coperti e si possono perfino fare dei bei saltoni!

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A circa quota 2000 m la valle gira verso est e comincia il bosco rado….da qui si vedeva il primo vallone, quello che sale verso il Cimon de croda Lissa….lo spettacolo era incredibile…accentuato dallo strato di nuvole basse che stazionava dalla mattina a circa 2000 m…..le guglie e le cime facevano nascondino con gli sbuffi di vapore…..una bellezza grandiosa….

Abbiamo guardato di nuovo la cartina e dopo un piccolo consulto abbiamo deciso di scendere ancora un po’ per risalire il secondo vallone, quello della Torre Siorpaes.
Il volenteroso Luca si è dunque messo davanti e ha tirato per parecchio, soprattutto si è beccato la prima parte, piuttosto ripida…..superato il primo cambio di pendenza davanti a noi si è aperto in meraviglioso vallone, circondato da pareti di roccia, guglie e cime spettacolari come solo possono essere sulle nostre amatissime Dolomiti…..
Sono stato colto da vena artistica e ho provato a scattare qualche foto in bianco e nero settando anche la mia piccola Canon digitale su ISO 400….insomma….i risultati non sono certo come quelli del mio amico lachiliuc ma qualcosa è venuto….

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Ci siamo dati un po’ di cambi lungo la salita, che è stata molto faticosa….in certi punti lo spessore di neve fresca superava i 30 cm! Ma tutti volevamo continuare….già sbavavamo pensando alla discesa…… quindi abbiamo stretto i denti e continuato…
A circa 200 m dalle due forcelle sommitali (a sx più bassa e stretta con cornicione, a dx un po’ più alta ma larga, più facile sia in su che in giù) i primi dubbi ci hanno assalito….e se facciamo tardi poi viene buio…poi guarda su come è gonfia….e io sono stanco……e io ho fame……….e io ho freddo……. e poi bisogna anche tornare a Misurina a prendere almeno una macchina …..
insomma alla fine della fiera anche io mi sono arreso e abbiamo fissato la meta finale sopra ad un sassone a circa 60-70 m di dislivello dalle forcelle sommitali….(col senno di poi è stato giusto così….a proposito di rinunce…..e poi c’è tempo per tornare).
Guardando il pendio verso il basso la ns traccia di salita era tutta sulla sinistra, dove la neve era meno fonda…..a destra avevo lasciato più di metà canale intonso…..ovviamente non ho avuto dubbi e mi sono lanciato giù per la parte destra …… punta della tavola sempre a valle…. curve chiuse praticamente niente e nuvole di polvere che si alzavano da tutte le parti……una goduria infinita….praticamente 1000 metri di vallone dai 40 ai 30 gradi tutti in polvere freschissima…..una roba da Canada/Alaska (con la differenza che ce la siamo sudata)

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In fondo anche gli ultimi dossi e crinali sono meravigliosi e un bel pezzo di boschetto fa da parco giochi….
Unico neo per noi tavolari il rientro è lungo e palloso, soprattutto perché lungo la stradina sono passati con no so che jeep e hanno scavato due binari maledetti che sono trappole infernali
Nel complesso una delle più belle gite sci-alpinistiche mai fatte……il dislivello complessivo in salita però si è fatto sentire (1600 m!!!), anche perché abbiamo tracciato quasi sempre…..in compenso se si fa il giro come abbiamo fatto noi si fa comunque più discesa che salita (vabbè un bel po’ anche sulla stradina assassina)
prossimamente torneremo e magari ottimizzeremo le fatiche per concentrarci solo sui pendii migliori, evitando i piani e i traversi a monte del rifugio.

Finale di giornata in apoteosi: Joseph che becca la prima macchina che passa senza neanche togliersi gli sci e mi procura un passaggio fino al lago Antorno al primo colpo; la macchina di Joseph con la batteria scarica e per fortuna avevo i cavi; panino con salsiccia e birra dai fumati dell’igloo del lago Antorno; rientro a Zoldo nella nebbia e nella neve del passo Giau che a momenti mi addormento ma penso che magari arrivo a casa se comunque mentre vado mi appoggio con la macchina al muro di neve che ho a destra (eh! Come no!)

Indicazioni per l’itinerario
Salita: Al Rif. Fonda Savio per il Ciadin de i Toce (Cadin dei Tocci) attraverso il Passo de i Toce (Passo dei Tocci) (versante NE); al rifugio si può salire anche dal Ciadin de Rinfianco attraverso la Forc. De Rinfianco. Dal Rif. Alla Forcella del Nevaio per versante N.
I due valloni senza nome che io qui per comodità chiamo Ciadin de Croda Lissa e Ciadin de Siorpaes sono versanti NNE
Discesa: le discese descritte si svolgono su versanti N o al massimo NE. La Val de Le Ciampedele da quota 2000 m in giù ruota a est e poi confluisce in Val Marzon ruotando a SE. Tuttavia credo che il sole faccia pochi danni anche a marzo in quanto è piuttosto incassata fra le pareti di roccia.

Scheda tecnica
Caratteristiche generali: Grandiosa gita sci/sno-alpinistica, caratterizzata da ambiente dolomitico unico, difficoltà non elevate, bellissimi pendii e esposizione propizia per buona neve polverosa (zone riparate dal vento e dal sole)
Gruppo Montuoso: Cadini di Misurina
Accesso: A27, Longarone, Cortina, Misurina. (Può essere conveniente salire da Auronzo e lasciare un’auto al bivio con la Val Marzon, quota 980 m)
Itinerario di salita: Versanti NW, N e NNE
Itinerario di discesa: N e NNE
Dislivello salita: dal Lago Antorno al Rif. Fonda Savio 520 m; dal Lago Antorno alla Forcella del Nevaio 790 m; la risalita completa di uno dei due valloni “senza nome” è di circa 800 m
Dislivello discesa: dalla forcella del Nevaio alla strada sono ben 1680 m, ma la discesa divertente finisce a quota 1300 m circa quindi considerate 1300 m di discesa “figa” che comunque non è poco! La sommità dei due valloni è a circa 2400 m quindi anche da là in giù sono più di 1000 m di bella discesa.
Difficoltà salita: BSA (per il dislivello complessivo, altrimenti anche MSA+)
Difficoltà discesa: BSA (al limite qualche difficoltà in più ci può essere sulle forcelle ripide)
Tempo di salita: 1,5 h al rifugio Fonda Savio, 2,5 h alla forcella del Nevaio; la risalita di uno dei due valloni può richiedere dalle 2 alle 3 ore a seconda dell’innevamento e della traccia
Periodo consigliato: dicembre - marzo
Bibliografia: Nella guida “Sci Avventura di Tremolada” c’è la discesa dal vallone della Croda Lissa ma con accesso da Sud
Cartografia: Tabacco foglio 17 o 10

Note: I Cadini sono un labirinto di canaloni, guglie e forcelle, spettacolari d’estate e di una suggestione senza paragoni d’inverno. Con buon innevamento (quest’anno è super) si riescono a superare sciando le forcelle che d’estate si fanno in ferrata! In ogni caso la morfologia è varia e più adatta allo scialpinismo che al backcountry con la tavola (tanto per cambiare suggerisco di usare la split al posto delle ciaspe). La maggior parte delle gite classiche e quelle “avventurose” descritte nelle guide non si adattano molto alla mia ricerca della “Discesa”…quindi ho provato ad inventarmi qualcosa e ho ottenuto un buon risultato. Di sicuro torneremo presto ad esplorare anche il vallone più a est e converrà trascurare la forcella del Nevaio per concentrarsi sui versanti migliori.
Nelle condizioni attuali sui versanti N bastano i rampanti e non servono né picca né ramponi, ma a sud o in altri casi meglio avere il materiale, su qualche forcella ripida (ce ne sono a bizzeffe) anche la corda.

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