Sabato puntuale scatta l'uscita in Split.
Stavolta Stefano non è della partita ma non faccio fatica a trovare altri compagni.
Mi unisco così a MARTI con le ciaspe e Marco MAC571 e Giacomo VIS con gli attacchini.
Il meteo non è dei migliori, schiarite al mattino con annuvolamenti e possibili nevicate già prima di pranzo. Così decidiamo per una gita facile con pochissime possibilità di sbagliare dovesse esserci brutto: saliamo al rifugio Marinelli. La salita infatti si svolge in un ampio vallone dopo aver percorso una comoda forestale e si tira dritti fino all'arrivo.
Scheda tecnica
Gruppo Montuoso: gruppo Coglians Cjanevate
-Accesso: Carnia: da Forni Avoltri seguire per Collina, sempre dritti fino al rifugio Tolazzi;
-Itinerario di salita: Dal Tolazzi 1350 proseguire lungo la forestale che costeggia il rio Moraret fino ad uscire dal bosco ed incontrare l'omonima casera a 1680 m. Da qui si risale il comodo vallone con pendenza sempre maggiore fino alla forcella Moraret e quindi al rifugio Marinelli 2120. Poi si risale l'evidente palone fino alla vetta del Pic Cjadin 2302;
-Itinerario di discesa: lo stesso della salita se ci si ferma al Marinelli, con buona neve consigliato il pendio a sud del Pic Cjadin e quindi la destra del Rio Moraret fino alla forestale;
-Dislivello salita: 770 m al Marinelli, 952 Pic Cjadin;
-Dislivello discesa: 300 m ca pendio sud Pic Cjadin, 350 m vallone Rio Moraret, 300 m forestale divertente;
-Difficoltà salita: MS
-Difficoltà discesa: MS dal Marinelli, BS dal pendio sud.
-Tempo di salita: 2 ore al Marinelli, altri 30 per il Pic Cjadin.
Bibliografia: Candolini CAI – Scialpinismo in Carnia
Cartografia: Tabacco foglio n. 09 – Alpi carniche
(p.s. si sta più a fare la scheda che il resto

)
Alle 9.45 siamo pronti e iniziamo la salita, il tempo è bellissimo e la notte ha fatto una leggera spolverata.
Marti tiene un buon ritmo e la forestale è subito fatta, entriamo nel vallone ed iniziano a scendere i promi fiocchi leggeri.




La traccia è dura e Marti è sempre in testa (la mia pellata della sera prima al chiaro di luna si fa sentire...

) mentre Marco e Giacomo studiano ogni cm di traccia polverosa per la discesa.
Constatiamo (ma lo sapevamo già...) che la neve non è bella, almeno passeremo una bella giornata in compagnia e faremo un po' di gamba!

Nella parte centrale del vallone la traccia sale su una schiena più ripida e stretta, le inversioni sul ghiaccetto si susseguono e dopo la terza in cui mi fermo solo perchè finisco contro il bastoncino mi fermo a mettere i rampanti.
I compagni , che con gli sci riescono a salire senza, passano avanti ed io riparto in modalità marce ridotte scivolando poco
Continua a nevicare ma l'obiettivo è poco distante. In 2 ore siamo quindi al rifugio, salendo ho guardato più volte il vallone sud (la foto sulla guida è molto invitante) e ho uno scialpinista a farmi compagnia così decido di salire fino al Pic mentre gli altri si fermano sotto tetto al Rifugio.


Ci metto una mezz'ora buona su un fondo piuttosto duro e lavorato dal vento a salire fino alla cima e la soddisfazione sulla piccola cresta innevata è molta.

Alla fine in cima siamo in 5, vedo gli altri partire, scatto qualche foto mi preparo per la discesa e nel frattempo il cielo si apre un po' mentre scende ancora qualche fiocco.


La neve è dura ma decido lo stesso di scendere l'ampio pendio senza tracce piuttosto che il percorso di salita tutto ravanato, il suono duro della lamina mi avvisa che non sarà una passeggiata... Ampi traversi e una decina di curve di quelle "che non si può cadere" e mi lascio alle spalle il primo tratto. Poi la neve è varia, dura lavorata e riportata, costeggio la montagna e mi diverto fra i pinetti fino a raggiungere la strada che è piuttosto sciabile.



Non ho foto dell'ottimo piatto mangiato al rifugio Tolazzi, ma dentro c'erano: salsiccia, frico, polenta, cervo e funghi.
foto: mie e di marco,
bella ragazzi
